Dal gran tour al turismo sostenibile. Una opportunità a cui la nostra città deve puntare.

Il turismo ha sempre rappresentato una nicchia importante dell’economia italiana in quanto, come sappiamo, la presenza di molti fattori ambientali, storici e culturali favoriscono una solida base di partenza. Il turismo era espresso nell’Ottocento, all’inizio dell’era moderna e fino al ventesimo secolo, attraverso la villeggiatura, oggi la massa predomina nelle varie sfaccettature occupando gli spazi più impensati. La villeggiatura ed il cosiddetto Gran Tour iniziano a diffondersi nel 1841 in Inghilterra grazie alla Thomas Cook & Son, la prima agenzia di viaggi al mondo, ed è  proprio il  turismo dei bagni (con sede a Brighton) ed il  turismo termale (con sede a Bath) a partire per primi. Agli inizi del secolo l’Italia scopre la sua fondamentale vocazione turistica non solo per quanto poteva offrire sul piano storico, artistico e culturale, ma anche per quanto possedeva in ricchezze naturali e ambientali. All’inizio del Novecento in Italia ci si comincia ad occupare di turismo: nel 1919 nasce ENIT, Ente Nazionale del Turismo, che l’anno successivo contribuirà a fondare CIT – Compagnia Italiana del Turismo, nata per promuovere l’Italia all’estero. E’ del 1947 anche l’apertura della prima sede di Alpi, agenzia di viaggi che prenderà poi il nome di Alpitour. Con la fine della guerra e l’aumento della mobilità delle persone si assiste ad un forte sviluppo del turismo in tutto il mondo: l’Italia inizia ad essere considerata un’importante meta dagli stranieri, che prediligono località balneari e montane.

Villeggianti in via Vecchia Fiuggi 1910_jpg

Il settore , nel tempo ha subito importanti trasformazioni ed evoluzioni fino ad costruire nella nostra epoca uno svariato mosaico di offerte che spaziano dalle città storiche ai musei, dalla natura alle esplorazioni, dallo sport agonistico a quello salutistico, dai relais all’esperienzale. Sulla base della ricerca del CeRTA (Centro di Ricerca sulla televisione e gli audiovisivi), il 72% delle scelte dei viaggiatori è influenzata da almeno un criterio di sostenibilità (mezzi di trasporto, destinazioni, strutture ricettive, impatto sull’ambiente e sulla cultura, tradizioni e produzione locale). La maggior parte del settore cerca nel campo della sostenibilità la particolarità principale, questa, però, non è molto facile raggiungerla totalmente. Quasi sempre la sostenibilità viene vista mettendo in primo piano le esigenze umane con meno considerazione invece per il  rispetto per l’ambiente, la natura ed il paesaggio che ci circonda, anche se lo studio condotto da Booking nel 2022, mette in risalto il fatto che l’Italia sta andando avanti sul fronte della limitazione nella produzione di CO2 nel sistema ricettivo: ”nel Paese, infatti, gli alberghi hanno raggiunto un potenziale di abbattimento che va al 61%, rispetto a quello degli altri Paesi europei, che è del 47%. Inoltre, abbiamo un 70% di proprietari di appartamenti che concorda su quanto sia importante, anzi fondamentale, la sostenibilità”. Secondo l’Organizzazione Mondiale del Turismo, UNWTO, il turismo sostenibile viene considerato “un innovativo modo di viaggiare ed esplorare i territori e che soddisfa i bisogni dei viaggiatori, delle comunità locali, dell’ambiente e delle aziende, salvaguardando non solo gli equilibri ambientali, ma anche quelli sociali ed economici, offrendo allo stesso tempo nuove opportunità di sviluppo a lungo termine e per il futuro delle prossime generazioni”. E’ un settore, questo, in crescita costante e proprio per questo motivo sarà necessaria una maggiore  salvaguardia per l’ambiente ma anche una attenzione per l’organizzazione di servizi di supporto che anch’essi dovrebbero essere studiati in modo sostenibile.

Ingresso fonte anticolana 1931_jpg

Molte sono le forme di turismo sostenibile che riguardano il  territorio nelle accezioni di prossimità di luoghi insoliti e poco conosciuti, di turismo esperienziale  per arricchirsi di nuove conoscenze da portare con sé per sempre, anche una volta tornati a casa, di turismo naturalistico  dove ritrovare il proprio benessere e liberarsi dallo stress e dai ritmi della vita quotidiana, di turismo emozionale per un  percorso introspettivo da vivere pienamente, in solitaria e in spazi poco affollati, dove sia possibile seguire i propri ritmi e sentirsi liberi di esprimere i propri sentimenti di turismo enogastronomico che avvicina i turisti i direttamente ai processi di produzione e raccolta dei prodotti, fino a renderli protagonisti generando un ritorno economico considerevole per gli abitanti e le aziende, che saranno più propensi a sviluppare progetti sostenibili in agricoltura, ma anche a livello turistico e nella cura e manutenzione del paesaggio. Lo sport agonistico e salutistico sono attività che sempre più di agganciano al turismo di questo tipo in cui il trekking, l’e-bike o MTB, parapendio, scalate, regate ne sono i principali protagonisti. Sicuramente in questo contesto non si può fare a meno di soffermarsi sulla ciclovia che congiungerà il centro di Fiuggi con quella già esistente sulla prenestina per Roma e la circumlacuale di Canterno. Questa ha accentrato tantissime “polemiche” ma, quando ultimata, sarà sicuramente importante per il settore del turismo sostenibile, esperenziale e salutistico che però dovrà dotarsi di un programma strutturale a breve tempo per non vanificarne il progetto nato come fatto autonomo e non concatenato con le strategie turistiche degli altri settori.

Turisti con bici alla Fonte Bonifacio VIII 1910_jpg

Certamente il nostro territorio ha tutte le caratteristiche per strutturare al meglio un’offerta basata sul turismo sostenibile a cui abbiamo accennato, come in effetti si sta tentando di promuoverla da qualche anno, ma occorre organizzarla in modo strutturale abbinandola alle peculiarità termali di cui godiamo già della notorietà del marchio. Le attività marginali alle Terme ed ai centri benessere dovrebbero diventare sinergiche ed implementanti i flussi turistici in modo da coprire e diversificare le domande turistiche provenienti dal settore sostenibile. Per il funzionamento di questo reparto occorrerà però un piano a medio e lungo termine a cui dovrebbero partecipare tutti gli attori in campo inclusa la popolazione, anch’essa più consapevole nei confronti di un turismo che ormai viaggia su altri binari dell’ospitalità.