Speriamo che ti piaccia leggere i nostri viaggi all'interno della cultura del Novecento della città termale.

La lettura di #fiuggicittàdelnovecento

I taccuini del 900 n.3 Leonardo Paterna Baldizzi e Fiuggi. La città termale nella cronistoria di un architetto del Novecento

Era il 23 aprile 1930 quando il noto architetto accademico della Regia Università di Napoli varcò le soglie di Fiuggi, conoscendo così gli aspetti più importanti del territorio e le famose sorgenti dell’acqua medicamentosa. Leonardo Paterna Baldizzi , allievo di Almeyda e Basile, nella città termale non ha progettato nessuna opera a differenza di altri suoi colleghi come Burba o Magni ma ci ha lasciato importantissime testimonianze che ci hanno permesso di ricostruire parte di un decennio che altrimenti andavano disperse nel tempo.

LEONARDO PATERNA BALDIZZI E FIUGGI raccoglie le memorie scritte dall’architetto durante i soggiorni trascorsi nella città termale. Così vedremo come era il centro storico e la sua vita, come si trascorrevano le giornate di cura presso la vecchia Fonte Bonifacio VIII o come si organizzavano eventi presso la fonte Anticolana e soprattutto la descrizione di personaggi dell’epoca che frequentavano Fiuggi di cui si è perso memoria. Interessanti i riferimenti del noto architetto al nostro storico giornale “FIUGGI” ed al suo direttore dell’epoca Luigino Martini.

I taccuini del 900 n.2 Storie di carta

di Andrea Bentivegna
Non di rado si commette l’errore di considerare la storia solo come una sequenza di episodi straordinari, un equivoco a cui naturalmente nemmeno l’architettura fa eccezione, anzi è frequente che gli studiosi si preoccupino esclusivamente di raccontare gli edifici più rappresentativi di ogni epoca. D’altro canto, una minoranza, la considera invece come un mosaico di opere diverse, anche soprattutto di quelle meno importanti, che però, una volta ricomposto, ci offre l’immagine sempre complessa di un’epoca.

Questo libro ha invece l’apprezzabile merito di non fare distinzioni, di raccontare, anzi ricostruire, per intero le vicende architettoniche di Fiuggi, restituendoci un’antologia preziosa che testimonia oltre un secolo di progetti. Opere poco note ma anche nomi tra i più illustri del secolo scorso, si perché grazie all’instancabile ricerca di Felice D’Amico - di cui questo libro è l’ennesima dimostrazione - scopriamo che nella cittadina termale sono passati tantissimi architetti alcuni dei quali possiamo annoverarli nella ristretta cerchia dei “maestri del Novecento”. Il famosissimo edificio termale di Luigi Moretti, una delle opere più straordinarie della sua carriera, non è dunque che la punta di un iceberg che, appena sotto la superficie, rivela un numero sorprendente di costruzioni di indiscutibile qualità. Questo libro tuttavia non si accontenta e decide così di andare ancora più in profondità per raccontare stavolta esclusivamente i progetti, quelle opere cioè rimaste sulla carta o, in alcuni casi, persino demolite nel tempo. Se dal punto di vista storiografico è infatti fondamentale descrivere la città così come la vediamo indagandone le ragioni e i motivi storici, è pure altrettanto - se non più - importante raccontare quello che essa avrebbe potuto essere. Una storia immaginaria dunque che tuttavia racchiude architetture di pari valore in cui talvolta la componente utopistica conferisce al racconto un interesse particolare che va ben oltre la semplice curiosità aneddotica. La storia, e quindi questo libro, è del resto uno strumento fondamentale per comprendere un luogo e, più in generale, un’epoca tanto più se, come in questo caso, riguarda una cittadina in cui per gran parte del secolo scorso sono giunte - attirate dalle sue fonti termali - alcune delle personalità più importanti del tempo. L’architettura è andata inevitabilmente di pari passo e questo studio ne è una testimonianza eccellente. Cosa infatti può spiegare meglio Fiuggi se non i suoi progetti mai realizzati? Un’affascinante città sognata dunque che rappresenta in qualche modo il calco, oggi invisibile, attraverso cui è stata plasmata quella reale.

I taccuini del 900 n.1 La Madonnina di Capo le Ripe 60 anni di storia e di persone 1959-2019

di Mons. Lorenzo Loppa
Con molto piacere presento questa pubblicazione che racconta l’origine e la realizzazione del monumento della Madonnina di Fiuggi che risale al 1959, sessant’anni fa. Il lavoro, opera dell’architetto Felice D’Amico, racconta con dovizia di particolari una storia di vita e di fede, concretizzatasi in una sorta di cattedrale a cielo aperto, e che ha visto come protagonista la comunità cristiana di Fiuggi. Chi arriva a Fiuggi non può non far spaziare lo sguardo sulla parte alta della Città – su Capo le Ripe – nella quale svetta la stele con la statua della Immacolata. La presenza della Vergine che domina la città termale parla della sua missione materna che continua anche oggi nella Chiesa: una missione di intercessione e di perdono, di protezione e di grazia, di custodia e di pace. Si ha veramente l’impressione che Fiuggi sia avvolta dal manto di Maria e dalla sua provvidenza d’amore.
La statua di bronzo, scolpita dal noto artista Jorio Vivarelli, e fusa nella fonderia Michelucci di Pistoia, fu benedetta da S. Giovanni XXIII il 28 agosto 1959 e posizionata in cima alla stele di Capo le Ripe il 23 settembre dello stesso anno. Fu Padre Francesco Celani, fiuggino, allora superiore provinciale dell’Ordine dei Frati Cappuccini, a raccogliere una confidenza e un desiderio di Elisa Pacelli, sorella di Pio XII, ospite nella cittadina termale e a trasformarlo in un progetto che portò all’erezione del monumento. Nel 1958 – primo centenario delle apparizioni di Lourdes - Padre Francesco, con una lettera aperta alla Città, coinvolse tutti nel progetto a cominciare dal Sindaco Carlo D’Amico per arrivare ad un numero altissimo di sostenitori. L’opera fu finanziata con il concorso di molti cittadini e realizzata anche con un grande lavoro di volontariato. La pubblicazione cita gli autori del progetto, le imprese esecutrici e la manovalanza. La statua fu posizionata dopo un lunghissimo corteo che si snodò dalla Piazza principale a Capo le Ripe. All’inaugurazione parteciparono Mons. Enrico Romolo Compagnone, vescovo di Anagni; Mons. Edoardo Facchini, vescovo di Alatri; il Card. Giuseppe Pizzardo, sacerdoti, religiosi e laici. Dopo 50 anni dalla realizzazione del monumento, e più precisamente nel 2012, l’Associazione “Luce alla Madonnina” di Giuseppe Incocciati si è interessata alla sua riqualificazione coinvolgendo benefattori e volontari. Nel marzo di quest’anno è stato riconsegnato alla Città con una messa solenne e la partecipazione di molta gente. Nella pubblicazione sono raccolte molte foto documentali d’epoca e anche istantanee più recenti. Non mancano neppure alcune preghiere e poesie. Faccio i complimenti all’arch. Felice D’Amico, a Peppino Incocciati e a quanti hanno voluto che il monumento all’Immacolata di Fiuggi ritrovasse l’antico splendore. Invito tutti, a cominciare da me, a guardare alla Madonna come Madre della speranza, Vergine dell’ascolto e della premura, modello di disponibilità e di servizio. Ringrazio tutti coloro che hanno voluto mettere Fiuggi sotto il manto di Maria e che hanno contribuito a vari livelli, ieri e oggi, a mantenere viva una storia di umanità e di fede, foriera sicuramente di bene per il futuro.

I taccuini del 900 n. 0 Fiuggi un viaggio tra storia, curiosità e mistero dei suoi edifici

Questo piccolo volume è un itinerario emotivo per scoprire le storie identificate e tramandate a lato della grande storia legata alle Fonti. Fiuggi, i suoi palazzi, le sue ville, i suoi luoghi fanno da sfondo a questo percorso fatto di tappe brevi, di scorci, di vicende che si aprono inaspettati agli occhi del fruitore della città. Tutto ciò vuole fornire al lettore lo stimolo ed il contributo necessario per condurlo nei luoghi e nelle opere architettoniche del 900 della città termale per una passeggiata insolita e curiosa.

Contributo Critico di EMANUELA SCANNAVINI del Centro Studi Giorgio Muratore
Il lavoro accurato di Felice D'Amico sulla città di Fiuggi rappresenta un contributo importante nello studio della città italiana del Novecento. La conoscenza approfondita dei luoghi, degli eventi e delle personalità mostra il ruolo che ha assunto la cittadina laziale negli anni, ciò che ha contribuito a renderla protagonista e scenario del modo di vivere, del costume e della cultura del Novecento romano. La città termale, infatti, è legata alle sorti del nuovo stato unitario e all'evoluzione delle vicende che caratterizzano Roma come capitale d'Italia. Già dai primi anni del Novecento diviene un luogo rappresentativo per la borghesia romana e non solo; un luogo capace di rispondere alle aspettative borghesi di una città che vuole diventare contemporanea. La nuova società necessita, infatti, di uno spazio, di un “palcoscenico” attraverso cui definirsi e autorappresentarsi; la borghesia che diviene in questi anni cosmopolita e abituata a viaggiare nelle grandi città europee e italiane reclama spazi per il turismo caratterizzati da grandi e lussuose infrastrutture come le stazioni ferroviarie, i grandi hotel e le terme. Fiuggi in questo modo diviene “palcoscenico” non solo di una nuova società ma anche degli architetti più affermati del tempo, arrivati in questo territorio per realizzare tali luoghi e tali infrastrutture e per interpretare i bisogni funzionali e simbolici della società del tempo che li ha chiamati a orientare il cambiamento. Uno dei primi è senza dubbio Giulio Magni che pone le basi per lo sviluppo futuro della città, ma intervengono anche in modo incisivo Garibaldi Burba che definisce la scala urbana e il linguaggio, e Michele Platania che completa il disegno urbano progettando e realizzando il portale simbolo della città. A tali architetti ne seguono degli altri altrettanto importanti per la città ma molto influenti anche nella scena e nel dibattito architettonico del tempo come Mario Paniconi, Eugenio Montuori e Luigi Moretti. Quest'ultimo lascia il segno più rappresentativo e iconico per Fiuggi perché ne ridisegna l'intero complesso termale nel linguaggio tipico della sua ultima produzione: un linguaggio dinamico, gestuale, organico.
Negli itinerari proposti vi sono anche le realizzazioni di più recenti e noti architetti romani come Francesco Palpacelli, Tommaso Valle e Massimiliano Fuksas che hanno continuato ad arricchire la crescita architettonica della città. La particolarità di Fiuggi risiede proprio nella varietà di professionisti che sono intervenuti nel territorio: la città, infatti, rappresenta un grande “laboratorio” di architettura e progettazione urbana, che accoglie architetture pregevoli opera di noti progettisti a livello nazionale e in alcuni casi, anche a livello internazionale.
Felice D'Amico nel presente volume conduce il lettore attraverso luoghi e itinerari in una dichiarata riscoperta della qualità diffusa della città di Fiuggi, dei momenti importanti che ne hanno segnato il passato più o meno recente e che sono utili a indicare un possibile futuro virtuoso per la città.

Cronache di architettura in una città termale. "Da Giulio Magni a Santiago Calatrava Valls passando per Luigi Moretti non dimenticando Giobatta, Garibaldi, Mario, Bruno e Massimiliano".

L'associazione presenta , l'ultimo libro di Felice D'Amico sulla storia dell'architettura della città termale in cui vengono approfondite storie e documentazioni inedite oltre a quelle più note già consolidate nella conoscenza collettiva ed immaginaria. La città nei primi anni del secolo scorso ha avuto un ruolo di primo piano in ambito nazionale ed europeo. E' stata un laboratorio di idee e progetti di cui molti inattuati che hanno cercato di contribuire a plasmare il territorio e rafforzarne l'identità termale e turistica. Il libro narra e mette in luce tutti i fatti più importanti di questo aspetto andando a riscoprire la vera anima del territorio e la nascita del turismo termale grazie soprattutto alle opere realizzate ed ai progetti eseguiti. Il libro, unico nel suo genere, è stato presentato dal compianto prof. architetto Giorgio Muratore e patrocinato dal suo Centro Studi