Lasciati ispirare dalle nostre pubblicazioni

Quadri di vita fiuggina "A'ndiqui se cambewa accaccusì"

di Felice D'Amico
quadri riportano fedelmente ciò che Giuseppe Fiorini, l'autore, ha vissuto in prima persona dal 1953 al 2012.Nel testo sono riportati anche i racconti di fatti accaduti agli antenati che, in assenza della radio o della televisione, richiamavano la fanciullesca curiosità, narrando le loro vicende vissute nella prima metà del secolo scorso. In tal modo, ha voluto raccogliere in queste pagine i fatti e le vicende della gente fiuggina che ha contribuito all'evolversi, rapido e convulso, della civiltà agropastorale, in civiltà post industriale e informatica. Con i quadri espositivi, non si vogliono scandire le fasi e gli episodi salienti di queste civiltà, ma soltanto focalizzare la semplicità degli stili di vita riconducibili alla gran parte dei nostri genitori e dei nostri indimenticabili nonni, che con la loro sudata operosità, vollero promuovere benessere esistenziale e crescita culturale per la nostra cittadina Ernica. Nel corso del la lettura, non sarà difficile incontrare i nomi di persone che sono state, o lo sono ancora, parenti, amici o compagni di ognuno di noi viventi. I luoghi delle narrazioni, sono sicuramente noti ai più, che in quegli spazi sono transitati anche per poco tempo, sia durante la loro infanzia che nella loro adolescenza. Se così non fosse, sarebbe opportuno far conoscere alle giovani generazioni i luoghi delle loro radici genealogiche in quanto, in esse, si può ancora riscontrare il messaggio storico imperituro, dal quale non è possibile disconoscersi. Infatti, dimenticare il passato, significa perdere i fondamentali punti di riferimento dai quali sono nate le matrici logiche del nostro pensare progettuale. Purtroppo, già il nostro dialetto ha varcato la soglia del tramonto, nonostante gli sforzi conservativi compiuti dai nostri valenti concittadini, quali furono i fratelli CARLO E SIRO D'AMICO, nonché l'amico ERIO ALESSANDRI.

CON I LORO SCRITTI, Essi hanno tentato di testimoniare i contenuti semantici di una cultura che, attraverso l'idioma dialettale, ha espresso tutta la sua autentica natura umana. La narrazione dei fatti, proposta in lingua italiana, è integrata con il più spontaneo idioma fiuggino di cui l'autore ne è uno degli ultimi testimoni.

Uttri de Fiuggi
Le giovani generazioni incontrano le tradizioni anticolane con versi in dialetto

UTTRI DE FIUGGI. Il libro di versi in dialetto composto dagli alunni delle scuole . Iniziativa dell’Istituto Comprensivo di Fiuggi e dell’Associazione Carlo D’Amico per Fiuggi-Anticoli per la preservazione del dialetto e delle proprie radici, ricordando il poeta dialettale Siro D’Amico.

Iniziativa dell’Associazione e della scuola primaria di Fiuggi a sostegno della consapevolezza per la preservazione della memoria storica dei luoghi.
L'obiettivo è quello di riportare all’attenzione delle giovani generazioni e quindi delle scuole la lingua dialettale sotto forma di versi. Prima che sia troppo tardi, anche perché tra qualche decennio ogni dialetto, nella sua genuinità, sarà pressoché scomparso, è opportuno operare tentativi di analisi che possano spiegare certe espressioni nella loro forma grafica e fonetica. L’ interessante progetto elaborato totalmente ed in piena autonomia dagli alunni della scuola primaria coordinati dalla maestra Silvana Di Tommaso e sostenuto dall’Associazione Carlo D’Amico per Fiuggi-Anticoli è significativo e contribuisce a perseguire questo obiettivo. La pubblicazione è stata frutto dei pensieri dei ragazzi che con il suggerimento dei familiari e delle insegnanti hanno progettato anche l’impaginazione. L’Associazione culturale ne ha curato l'edizione e sostenuto l'iniziativa. Durante la presentazione del libro avvenuta nella sala consiliare del Comune si è ricordato il poeta dialettale di Fiuggi Siro D’Amico a cui sono stati dedicati alcuni versi di Saturnino Manovale recitati da Maria Rita Incocciati.

Lasciati ispirare dai nostri racconti 

Il maestro Carlo (il libro postumo di Carlo D'Amico)

“Maestro” deriva dal latino “magister” (da magis, di più); in ebraico maestro è “rabbi”, che significa “grande” ed in sanscrito “guru”, ricco di dignità e prestigio. Il maestro è, dunque, colui che guida, spiana il cammino. Carlo D'Amico era della generazione del “maestro unico”, la generazione di mio padre e di tanti altri maestri elementari che hanno insegnato a Fiuggi (Simeoni, Cellie, Cellitti, Pera... Pippo Pica). Tutti 'catechizzati alla didattica' da quell'esimio direttore che è stato Saverio Barberio. Una gran bella generazione di maestri elementari, a mezzo tra la mistica fascista e quella della nuova vita democratica, tra De Amicis e il maestro Rodari. La gran parte di formazione cattolica. Studi in seminario, le magistrali, qualcuno il Magistero"............"Questo libro del maestro elementare Carlo D'Amico, custodito e curato dal figlio Felice, vuole essere un doveroso ricordo dell'insegnante, ma anche dell'uomo delle istituzioni, e dello storico locale. Storico locale non é una diminutio anzi è un blasone rispettabilissimo perchè è colui che ci restituisce le storie della nostra terra, riscopre per noi quel genius loci che ci fa comunità, quella lingua che è solo nostra, il dialetto che ci lega alla tradizione. Senza dimenticare che 'Tradere' vuol dire trasmettere, consegnare. La perdita della memoria, delle lingue dialettali, la mancata attenzione verso le tradizioni locali (sedimentati in leggende, nomi, riti, calendari, saghe, canti, ordinamenti urbanistici, figurazioni della morte) o dei lavori tipici, rischia di far dissolvere il trascorso di questa nostra terra perdendo così un tesoro culturale immenso. Questi “Storie” servono e serviranno anche in futuro a riprendere in considerazione il valore della tradizione che non significa solo riscoprire le proprie radici, ma riflettere sulla loro validità e propositività in questi giorni nostri votati alla modernità. Che vuol dire esercitare la memoria? Conformemente al linguaggio comune, si intende per memoria la facoltà umana di conservare tracce delle esperienze passate e di avere accesso a esse nel ricordo. Per gli ebrei, ad esempio, la memoria è soprattutto un 'Dovere'. La tradizione ebraica è caratterizzata dall'imperativo categorico zachor, ricorda. “Noi ebrei - scriveva Martin Buber nel 1938 - siamo una comunità basata sul ricordo. Il comune ricordo ci ha tenuti uniti e ci ha permesso di sopravvivere...”. Il verbo zachar, nelle sue varie forme, ricorre nella Bibbia ben 222 volte. Ricordare vuole anche dire non dimenticare. Nelle ultime parole di congedo, Mosè raccomanda al popolo: “Ricorda i tempi antichi, cercate di comprendere gli anni dei secoli trascorsi (il corso della storia ), interroga tuo padre e ti racconterà, i tuoi anziani e te lo diranno....”. (Pino Pelloni)

Credo che “Raggi di sole della nostra vita” diventerà una delle pubblicazioni più lette e più amate dai fiuggini. E’ scorrevole, brillante e divertendo  fa riflettere su come eravamo, su come siamo e su come la nostra comunità sia cresciuta culturalmente anche grazie a Maestri come Carlo D’Amico. A mio parere questo libricino colma un vuoto editoriale perché ho sempre pensato che accanto a libri “impegnati” legati alla nostra storia, alle nostre tradizioni, ai Colonna, ai Borgia, a Bonifacio VIII e a Michelangelo, starebbe benissimo  un libro più “leggero” su aneddoti, storielle, aforismi, riguardanti i nostri concittadini di ieri e di oggi. Ho avuto la fortuna di crescere alla Loggetta, di dare una mano a mia zia Maria nella gestione del bar Martini e, soprattutto, di dirigere il giornale Fiuggi da 41 anni: di fatti che meriterebbero di essere raccontati ne ho ascoltati molti, alcuni li ho vissuti direttamente ma, purtroppo, non ne ho mai preso nota. Probabilmente perché non sono uno storico. Carlo D’Amico, al quale penso ogni giorno, lo è stato e lo è stato in maniera completa, non trascurando nemmeno i minimi particolari del vivere quotidiano. Così ha potuto crearsi un patrimonio culturale inestimabile, nato dalla profonda conoscenza che aveva di Fiuggi e dei fiuggini, un patrimonio che ha sempre messo a disposizione della città nel totale disinteresse. Felice segue l’esempio paterno ed anche per questo lo ammiro. Dell’eredità lasciata da Carlo fanno certamente parte i personaggi e gli episodi che ci racconta in questa raccolta curata dal figlio e nei quali la maggior parte di noi, che abbiamo qualche anno sulle spalle, potrà ritrovarsi. Quanti nostri amici, tra gli alunni di Carlo! Ad ognuno di loro è legato qualche nostro ricordo.( Pietro Martini)

La storia di Fiuggi " Le trasformazioni di un territorio viste attraverso le cronache e gli avvenimenti"

“LA STORIA DI FIUGGI” – trasformazioni di un territorio visto attraverso le cronache e gli avvenimenti-di CARLO e FELICE D’AMICO , che racconta le trasformazioni antropologiche  del nostro ambiente e della nostra società, dalla preistoria ai nostri tempi ,ovvero fino al 31 dicembre 2010.
II libro è stato scritto attingendo le notizie, da cronache ,vicende e documenti originali giacenti in  archivi nazionali ,comunali , provinciali, privati e parrocchiali e soprattutto dalla vasta emeroteca di Carlo D’Amico composta da più di cento volumi rilegati semestralmente di giornali,tra i quali tutti i numeri del  giornale “FIUGGI”,dal 1950 ad oggi e dall’archivio fotografico e documentale di Felice D’Amico

Il Santuario della madonna della Stella Una storia di fede tra racconti, cronache e realtà 

Un libro che raccoglie la documentazione storica e notizie venute alla luce durante gli ultimi lavori di restauro ultimati nel 2014. La storia curata da Felice D'Amico con la preziosa collaborazione di Don Angelo Pilozzi è presentata da Mons Lorenzo Loppa ,Vescovo di Alatri-Anagni. Il libro nato sotto l'egida delle associazioni culturali "Carlo D'Amico per Fiuggi -Anticoli" e " Testimoni di un amore che vive" vuole essere un ulteriore episodio della storia di questo territorio da lasciare alle giovani generazioni. Esso raccoglie le testimonianze di fede, descrive l'anima di questi luoghi e delle comunità che ruotano intorno al Lago di Canterno. Il Libro è stato presentato il 12 settembre 2015 presso la Chiesa di Cristo Re in Porciano ed il 13 settembre presso il Santuario della madonna della Stella presso il Lago di Canterno.

per acquistarlo 

Una banca e la sua città

Subito dopo la fine della prima guerra mondiale, Fiuggi era un modesto borgo, prevalentemente agricolo, con modeste attività artigiane e con l’inizio di una promettente attività turistico-termale .I nuovi fermenti sociali determinati dal rinnovato assetto territoriale dell’Europa e delle aspirazioni delle nuove classi emergenti ove irrompe lo scontro tra le opposte ideologie socialista e fascista che istaurarono le cruente lotte politiche . Ad iniziativa dei socialisti si creano le associazioni cooperativistiche con l’istituzione delle Leghe il cui principio ispiratore era quello di una cooperazione e di aiuto reciproco. Anche a Fiuggi fu istituita una LEGA con la realizzazione anche di un centro di acquisti agevolati ai soci il cui responsabile era il sig. Antonio Onorati più comunemente detto, proprio in virtù del suo incarico, la LEGA ed il cui nomignolo è rimasto attribuito ai suoi discendenti. A fianco di questa istituzione si realizzò, ad iniziativa di Mons. Biagio Martini anche una prima Cassa Rurale di ispirazione cattolica denominata
“San Biagio”, che intraprese l’attività bancaria con grandi vantaggi per la popolazione agricola di allora, operando interventi finanziari a favore di pubbliche istituzioni. Nell’archivio diocesano di Anagni, precisamente nel fascicolo 20,4 Atti e Luoghi B,62 è conservata una lettera del 4 gennaio 1924 del canonico don Biagio Martini, Vicario Generale della Diocesi di Anagni, nella quale c’è una notizia che interessa la Chiesa di San Biagio. Il Canonico Martini, anche Presidente della Cassa Rurale San Biagio di Fiuggi, afferma che la Chiesa di San Biagio extra moenia, la più antica del paese e dove l’intera popolazione maschile, ogni domenica, si reca a compiere i propri doveri religiosi fu ricostruita con il finanziamento dell’allora Cassa Rurale S. Biagio che si accollò la notevole spesa di lire dodicimila.
E’ questa, pertanto, la testimonianza dell’esistenza di una Cassa Rurale che cessò il suo funzionamento alla fine degli anni venti perché un’istituzione associativa come la Cassa Rurale con scopi finanziari e umanitari faceva ombra alle istituzioni fasciste contrastando tra l’altro con le finalità dirigistiche del regime che operò una drastica falcidia in tutta Italia e da 3.540 ne fece rimanere solo 500.La citazione storica conferma una analogia ricorrente per le vicende della Chiesa di S. Biagio, verso la quale, nei momenti di difficoltà, interviene in aiuto la Cassa Rurale segno evidente dell’esistenza di un legame
inconscio di solidarietà tra le due associazioni volontaristiche che grazie a Dio a Fiuggi ancora funzionano. Non per niente la Cassa Rurale di Fiuggi è sempre intervenuta per la conservazione e la ristrutturazione della Chiesa come avremo modo di scrivere in appresso.

Sessanta anni della nostra storia Fiuggi 1940-2000

Da tempo mi frullava per la testa l’idea di scrivere un libro che raccontasse un
periodo storico della nostra città, nel corso del quale sono stato testimone e protagonista al tempo stesso.
La mia passione di raccogliere e collezionare documenti, libri, fotografie
e,soprattutto giornali, mi permette oggi di poter attingere notizie, molte delle quali dimenticate o ritenute insignificanti, ma sempre utili per una ricostruzione cronologica
e storica e, quindi, scriverle e affidarle alla memoria dei più anziani ed alla
conoscenza dei più giovani.
Il sottotitolo del libro “Conoscere il passato per costruire il futuro”, racchiude
anche una verità collaudata dalle mule vicende della stona dell’umanità, per cui,
anche il nostro micromondo cittadino può rappresentare un contributo, pur se modesto, alla crescita comportamentale dei futuri nostri operatori, siano essi culturali, economici o modesti tasselli della nostra società, pur sempre importanti per comporre un piacevole e armonico mosaico.
Non ho certo la pretesa di aver raccontato tutto,ma mi sono sforzato di inserire nel libro, vicende e personaggi della nostra vita che offrono un quadro, sintetico delle caratteristiche della nostra gente operosa si, ma estremamente individualistica nelle iniziative personali, ma anche solidale nei momenti critici della collettività.
In questo periodo di oltre sessant’anni di vita, ho potuto comunque notare
come ii comportamento dei fiuggini, specialmente nel campo politico e amministrativo, sia estremamente emotivo e legato a fattori contingenti che ne determinano le scelte preferenziali.
Basta osservare, che ogni qualvolta i nostri concittadini vanno alle urne per il
rinnovo delle compagini amministrative, prevale sempre il comportamento di contrarietà nei confronti degli amministratori uscenti e mai quello di adesione alle idee ovvero si vota sempre contro e mai a favore, per cui i nuovi eletti, non risultano mai, può sembrare un paradosso, quelli prescelti ma quelli avvantaggiati dal sentimento di contrarietà verso gli esclusi.
A parte queste considerazioni di ordine psicologico che ho voluto esporre come
mie impressioni, nel libro sono riportati avvenimenti, manifestazioni, convegni ed
ogni tipo di evento che hanno certamente influito sull’evoluzione del fatti economici, amministrativi e culturali della nostra città i quali, con il trascorrere del tempo, sono stati abbandonati e sostituiti con altri di diversa natura e caratteristiche, ma che certamente lasciano rimpianti nostalgici, magari legati a personaggi che hanno
rappresentato modelli di vita ai qual aspirare o solamente somigliare.
Ci sono sicuramente manchevolezze per i quali chiedo venia,c’è forse anche, in
qualche caso, un’interpretazione errata degli accadimenti e nella valutazione delle persone che discende dal mio habitus politico e del quale non posso prescindere in quanto connaturato nella mia personalità e nel mio intimo convincimento basato sulla perfetta buona fede.
Ho cercato comunque di essere, il più possibile, un cronista disinteressato,
anche perché tutto ciò che è scritto net libro è tratto, a volte integralmente, dai documenti, dai giornali, dai manifesti che conservo ordinatamente ed anche ciò a futura memoria.
Ho indugiato su molte manifestazioni e convegni, sia per raccontarli, ma
anche per sottolineare l’importanza che hanno avuto nell’evoluzione culturale ed
economica della città. Vero è che non tutti potevano essere riportati, specialmente quando sono ripetuti negli anni e sono diventati tradizionali. Di molti non ne ho potuto scrivere per non prescindere dal filone dominante - il politico-amministrativo - perché questo sarebbe passato in seconda linea.
Alcuni capitoli li ho dovuti riscrivere, perché, a distanza di tempo, mi sono
accorto che la mia interpretazione peccava troppo di “risentimento politico” forse perché scritti in periodi molto vicini agli stessi avvenimenti.
E’ proprio vero che il tempo è galantuomo e diluisce rancori e risentimenti e che fa apparire in una luce più chiara ciò che prima vedevamo troppo scura.
Il libro, in sostanza, racconta solo sessant’anni della nostra storia con alcuni riferimenti al passato e che sono il prodotto degli anni precedenti, sopra i quali hanno operato le generazioni attuali e che, a loro volta, domani, diverranno quelle passate.
Se di alcune persone non ho esattamente inquadrato la loro azione operosa e ne ho parlato, citandole marginalmente e di alcune mi è sfuggito il ricordo, non me
ne vogliano perché ho cercato di estrapolare, dalla gran massa di documentazione in mio possesso-oltre 80 volumi di cronaca cittadina tratta da giornali e rilegata-gli avvenimenti più salienti ed i personaggi che a tali avvenimenti hanno partecipato.
Non solo, ma certamente non potevo collezionare, oltre ai giornali: IL TEMPO,
IL MESSAGGERO, IL FIUGGI e IL MATTINO sul quale ho scritto per oltre 30 anni,
tutte le altre notizie apparse su rotocalchi, riviste e pubblicazioni specifiche che dal 1940 ad oggi sono state pubblicate ma che comunque delle quali ne conservo alcune centinaia di copie ancora da catalogare.
Voglio sperare di aver contribuito a lasciare una descrizione storica di un
periodo della nostra vita, utile a protrarre il ricordo e la gratitudine -speriamo- verso coloro che qualcosa di buono hanno lasciato in eredità.
Sinceramente ed affettuosamente a tutti i miei concittadini ed a Fiuggi con
l’amore e la passione che sempre, verso di loro ho nutrito.  Carlo D'Amico

Fiuggi
Le Radici Anticolane