Indietro nel tempo per conoscere le nostre origini. Quando la "Piazza" non esisteva.

Mi ha sempre affascinato capire il punto in cui siamo attraverso la conoscenza del percorso tracciato nel tempo. E’ quel concetto che amo definire conoscenza dell’”anima dei luoghi” o quello che i nostri avi Latini amavano definire “geniu loci”. E da questo concetto che sono partito un paio di anni fa, in pieno isolamento pandemico, per sviluppare una storia della genesi del nostro territorio e della nostra popolazione secondo ragionamenti e principi a me più consoni. Da questo lavoro che verrà pubblicato e che tratterà le origini di Anticoli mi piace anticipare a tutti i lettori del Fiuggi la particolare struttura urbana preesistente nella zona più aggregante di Fiuggi come se dovessi raccontare al lettore il contesto senza l’uso di immagini e fotografie: l’attuale Piazza Trento e Trieste. Nelle epoche precedenti al 1700 in questo luogo era impensabile immaginarsi un concetto di Piazza come oggi la viviamo, semmai si poteva pensare ad un “punto” di arrivo di tutta la mobilità agricola e pastorale della comunità e qualche volta punto di riferimento di qualche forestiero o cavaliere errante. Era una sorta di radura a mala pena sistemata, preambolo alla cinta di caseggiati che contornavano il cosiddetto castrum, in cui al centro s’era formato, grazie anche a cavità esistenti nel sottosuolo, un piccolo laghetto formato da acque di scolo che i nostri antenati utilizzavano come abbeveratoio. Questa conformazione fu riportata anche dal catasto gregoriano dell’ottocento e dai catasti colonnesi tanto che fino al secolo scorso chiamavano tale punto “la cisterna” che oggi è simboleggiata appunto dal pozzo collocato quasi al centro di questo luogo. Immaginate che sia a valle che lateralmente dell’attuale Piazza vi erano fitti cespugli ed essenze arboree di ogni genere ed il tracciato sassoso da valle seguiva grosso modo l’attuale via Vecchia fino a raggiungere l’attuale chiesetta di Santa Chiara la quale era molto più piccola e sul davanti erano annessi degli orti. Il tracciato intorno al castrum che partiva dall’attuale Piazza era denominato vicolo della Corte proprio ad indicare lo spazio esterno al Castello. Contrariamente a quanto si crede la mezza torre annessa all’ex Pensione Roma o Martini non è più antica del 1700 mentre quella inglobata attualmente nel retro dell’ex Pensione alla sua sinistra sarebbe molto più antica e risalirebbe intorno al XV secolo. Una curiosità: agli inizi dell’Ottocento questa torre era di proprietà di Onofrio Falconi ma  ormai quasi diruta era stata affittata ad un falegname. La strada più importante del nucleo antico  era “la strada Maestra” che poi fu chiamata Maggiore ed oggi corso Sorelle Faioli dove al suo fianco destro era collocato una sorta di edificio per il controllo del passaggio , dove attualmente è ubicata la pizzeria di Lamberto De Santis. Un’altra curiosità: in questo piccolo locale era ubicata una porcilaia di proprietà di un certo Girolami Natalino mentre nel retro con accesso dal vicoletto che si chiamava vicolo del Regnastro vi era l’ingresso ad un magazzino ed alle camere del custode di proprietà di un certo Pietrogiacomi Franco . Vari sono gli episodi e le curiosità che avvolgono questo luogo e l’intero borgo che partecipano alla sua genesi e trasformazione . Anche la torre della Portella che sembrerebbe appartenere ad un’epoca antica è invece di realizzazione più moderna e dove una serie di passaggi di proprietà l’hanno trasformata nell’aspetto attuale. Il preambolo del borgo, l’attuale Piazza, chiamata in antichità, come accennato precedentemente,  via della Corte proprio per la presenza del solo tracciato d’ingresso al Castello negli anni si è trasformato ancora fino al secolo scorso allorchè ha consolidato la conformazione attualmente esistente. Nella pubblicazione illustrata ancora in corso di elaborazione e stesura potete approfondire in maniera molto semplice tutte le evoluzioni del nostro borgo e del nostro territorio. Christian Norberg-Schulz, è forse l’architetto più importante della storia dei luoghi e di lui mi è rimasto impresso un passaggio tratto dal suo libro “Solo quando comprenderemo i nostri luoghi, saremo in grado di partecipare creativamente e di contribuire alla loro storia”

Felice D’Amico   ( estratto dall'ultimo studio in corso di pubblicazione)

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