L'arte degli viculi

Chiamiamola Arte di Strada  ma nel nostro caso “l’arte degli viculi”

Un ragionamento linguistico tutto italiano e poi Anticolano ci porta a chiamare per nome l’originale ed interessante iniziativa dell’Amministrazione Comunale supportata e finanziata dalla Regione Lazio  che si terrà all’interno del vecchio aggregato urbano di Anticoli di Campagna dal 14 al 21 Giugno. Gli artisti dell’ “Arte Urbana” si daranno appuntamento per lasciare la loro impronta sui luoghi del centro storico e raccontare i temi della storia locale, anche se avrei fatto un pensierino per dedicare qualcosina a Martino V ovvero a colui che tramite una bolla papale del 1425 concesse l’uso perpetuo alla popolazione anticolana della famosa acqua Fiuggi .

Incrociamo le dita affinché la bravura degli artisti coinvolti possa contribuire ad attirare flussi turistici  curiosi di conoscere le suggestive visuali del Centro Storico Anticolano.

Un’arte in cerca di identità

Sarebbe auspicabile che si instauri un costante programma annuale regolamentato e ragionato in modo da evitare futuri interventi casuali ed inopportuni anche se Endless, famoso artista del settore, stenti, lui stesso a definire l’arte di strada un’arte vera e propria sempre mutabile con i tempi che la rende per certi versi soggetta a continue trasformazioni.

Anche Wilson giudica i graffiti  sempre effimeri. Essi sono una sorta di promemoria per le persone, un segnale che le spinge a porre la loro sempre più residuale attenzione verso ciò che le circonda e che regolarmente si perdono mentre fissano i loro telefoni. Pensiamo a questo proposito a quanto scritto da Charles Baudelaire in merito alla figura del flâneur, girovago nelle strade parigine assorto nella visione di ciò che lo circonda, senza meta, senza scopo se non quello di sperimentare e provare emozioni nell’osservare il paesaggio circostante, oppure al concetto di dérive teorizzato dai situazionisti, in cui il perdersi ha lo scopo di rinnovare l’esperienza urbana attraverso la scelta volontaria di vagare senza meta negli spazi della città, per aprirsi così allo spettacolo dell’ambiente con i suoi personaggi, i suoi messaggi, le sue particolarità.
Pensiamo ad esempio il tempo del COVID in cui  Wilson ha deciso di misurarsi con la pandemia e lo ha fatto attraverso una collaborazione con l’artista Heidi Hankaniemi, che ha portato alla creazione del progetto Wear a Mask, un abito interamente costruito attraverso l’assemblaggio di circa 150 maschere non chirurgiche blu cucite su indumenti usati.

Iniziativa strutturale o casuale ?

E comunque a prescindere dalla vera essenza di quest’arte non possiamo che sostenere tale progetto dell’assessore alla cultura Marilena Tucciarelli sempre che ci sia alla base un progetto a medio e lungo termine e soprattutto una regolamentazione condivisa anche con i proprietari dei luoghi storici e degli altri spazi della città in quanto non amiamo affatto imbrattamenti casuali o incentivazione al vandalismo spicciolo.

In attesa di una legge sull’”arte di strada” o “ street art” andiamo a censire tutti gli “spazi liberi” e gli “spazi d’arte “ appropriati per programmare un progetto strutturato e a misura del territorio.