Le “stuzze” di San Biagio tra leggenda e storia.

Abbiamo traccia di questi festeggiamenti dal XVIII e XIX secolo mentre sappiamo di consuetudini più antiche ultrasecolari ormai abbandonate.

Rieccoci a Febbraio per rievocare il Santo Patrono San Biagio con “i capannoi e le stuzze” che infiammano il borgo. Una sorta di inno al fuoco proveniene dalle popolazioni primordiali ( Estia), alla luce, all’inizio di un nuovo ciclo stagionale che ci porterà a Giugno nella massima energia vitale tanto è vero che in Oriente celebrano l'inizio del nuovo ciclo vitale agli inizi di febbraio . 

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Il preludio della ricorrenza di San Biagio inizia il 2 febbraio con il rito della Candelora che ci riporta indietro ai significati arcaici accennati precedentemente a cui si aggiunge il relativo rito di protezione delle gole, "segnate" con una candela benedetta (la "Candelora") intinta nell' olio.

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E questo perché il miracolo più famoso attribuito da incerte tradizioni al vescovo e martire armeno, decapitato dopo atroci torture nel 316, è appunto l' aiuto dato a un fanciullo, in pericolo per una lisca di pesce rimasta nella gola. La tradizione legendaria di Fiuggi, non confermata da alcuna documentazione storica,  fa invece risalire al pontificato di Benedetto Caetani-Bonifacio VIII l' origine del rito delle "Stuzze". Essendoci discordia armata tra le famiglie del papa e quella dei Colonna, le forze pontificie presero di mira allora anche il paese (a quel tempo "Anticoli di Campagna") feudo appunto degli avversari. La sera del 2 febbraio 1298 le truppe, già in vista del borgo impegnato in vistose celebrazioni della Candelora con molti fuochi intorno alle mura, rinunciarono all' assalto reputando che il paese fosse già coinvolto in un incendio di vaste proporzioni. La tradizione popolare, invece, dell’accensione delle stuzze, secondo gli studi da noi condotti, potrebbe trovare riscontro dalla fine del settecento in poi. Infatti non abbiamo trovato alcuna documentazione che dimostrasse che l’avvenimento di questi festeggiamenti avessero avuto inizio prima. E’ molto probabile che vista l’acerrima divisione tra Caetani e Colonna quest’ultimi, in cerca di popolarità tra la popolazione Anticolana, abbiano favorito l’inizio di questa tradizione dalla fine del 700 inizi 800 per avallare il loro predominio nei confronti degli antagonisti ma anche perché si stavano maturando i tempi moderni che preludevano l’affossamento dei diritti feudali. In realtà i tradizionali festeggiamenti in onore del Santo Patrono sono descritti negli Statuti Anticolani nella rubrica 52 del libro quinto regolandone le manifestazioni, lo svolgimento e le fiere. La particolarità che ci fa riflettere è che i festeggiamenti si svolgevano sia durante la Pentecoste prima di Pasqua che in estate dove si organizzavano grandi fiere come dimostrano documentazioni del XIX° secolo. A tal proposito sarebbe interessante, oltre a valorizzare la tradizione più recente delle “stuzze” riscoprire anche le prime genuine tradizioni che sicuramente sosterebbero il valore storico del nostro Patrono.

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