Oltre l’acqua riscopriamo i nostri percorsi.

Fiuggi oltre che per l’acqua è conosciuta e si caratterizza per il suo patrimonio verde. Oggi si parla molto “green” e secondo me perché non se ne potrebbe fare a meno. La coscienza collettiva trasportata dal flusso mediatico si sta dirigendo su questo percorso e chiunque lo contraddice rischia di essere culturalmente isolato. A prescindere, comunque, da cosa ognuno di noi possa pensare sulle modalità di sviluppo della coscienza “green” è bene ricordare che Fiuggi, città termale, è stata la prima stazione verde tra le terme italiane per la sua quantità di territorio boschivo in proporzione all’abitato. La presenza caratterizzante di castagneti ed alberature intorno alle fonti ed il clima che generalmente si percepisce nella stagione estiva  ne hanno fatto in passato una tra le più importanti stazioni idroclimatiche d’Europa. Le stazioni climatiche sono località che per i caratteri del clima vengono frequentate come soggiorno salutare a scopo terapeutico. Fiuggi   fu classificata già negli anni trenta stazione climatica di cura.

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Pensate che i grandi nomi che frequentavano Fiuggi e che poi hanno fatto da apripista alla notorietà della città hanno preferito Fiuggi, si per la vicinanza alla capitale ma soprattutto per i benefici delle cure idropiniche praticate all’interno di un compendio boschivo di notevole importanza per la regolazione climatica. Tali teorie riscontrate dal medico omeopata Dandolo Mattoli  a servizio della casa Reale hanno fatto in modo di consigliare sia alla stessa famiglia reale  che al presidente Giolitti di recarsi a Fiuggi per una cura rigenerante e disintossicante che alleviasse i disturbi riscontrati in alcuni di loro. Da questo episodio che potrebbe sembrare di poco conto si è iniziato a sviluppare indirettamente il marketing turistico della città. Tanti sono stati poi i personaggi che erano soliti passeggiare nei boschi di Fiuggi per abbinarne il beneficio con quello scaturito dalle cure: Da Giolitti a Antonino Paterno Castello, da Pietro Badoglio a Benedetto Croce, da Enrico d’Albertis a Leonardo Paterna Baldizzi, da Nenni ad Andreotti. Allora il marketing turistico basato sull’ambiente e sul clima è qualcosa che ci appartiene e va strutturato in tutte le sue sfaccettature. Oggi con l’evoluzione del terzo millennio le abitudini sono indirizzate su comportamenti che approcciano con l’ambiente in modo differente ma gli elementi principali rimangono sempre il paesaggio e la natura. Abbiano notato in questo ultimo periodo che l’Amministrazione sta prendendo questa direzione grazie ad iniziative che fanno conoscere i nostri boschi come per esempio le giornate dedicate alla terapia forestale oppure il programma  di Fiuggi experience ed ancora la riscoperta di percorsi naturali come quello del lago di Canterno. Anche le iniziative per la conoscenza del borgo  possono aiutare indirettamente a far crescere questo settore turistico.  Ma c’è ancora molto da fare. I dati sul turismo esperienziale del trekking, dei percorsi, dei cammini e della montagna sono molto chiari ed incoraggiano interventi rivolti in questo settore. Secondo una indagine condotta dal Sole 24 ore a marzo 2023 la spesa per il turismo esperienziale, outdoor, escursionismo è aumentata del 114% rispetto allo stesso periodo del 2019.

Per chi conosce le nostre zone è abbastanza facile orientarsi con gli interessanti itinerari e percorsi che circondano il territorio ma nonostante tanti sforzi (non strutturati) per promuoverli essi rimangono marginali al marketing turistico della città. Ci spieghiamo meglio. Oltre ai giri turistici organizzati ed alla promozione nelle forme più varie è fondamentale:  redigere un vero censimento dei tracciati presenti; segnalare in modo sistematico ognuno di essi con segnaletica adeguata anche con descrizione delle loro caratteristiche; organizzare una regolare manutenzioni che necessariamente non deve essere assidua, ma soprattutto è importante prendere coscienza dell’importanza di questa ricchezza che a Fiuggi dopo l’acqua rappresenta  la parte più apprezzabile conosciuta sin dai tempi antichi.

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E’ necessario affidarsi a persone ed associazioni qualificate che possano segnare tutti i percorsi per poi mapparli e divulgarli nei canali specializzati.  E’ inoltre estremamente importante persuadere enti, corpi statali ed associazioni per il controllo dei percorsi al fine di scoraggiare comportamenti scorretti nei confronti dell’ambiente che danneggerebbero l’immagine turistica. Riscontriamo infatti che molti percorsi si trasformano in depositi di rifiuti più o meno importanti. Merita un approfondimento a parte la questione dei rifiuti e la modalità di raccolta degli stessi per il fatto che questi rappresentano attrazione per gli animali selvaggi ed in particolare per gruppi di cinghiali alla ricerca di approvvigionamento alimentare. Riscoprire i nostri itinerari all’interno dei boschi è un’altra attività che andrebbe strutturata al fine di renderli fruibili autonomamente e liberamente da tutti gli escursionisti e passeggiatori-camminatori. Molti itinerari potrebbero contenere anche riferimenti medici e storici dei nostri castagneti illustrandone i benefici.
Ci viene in mente ad esempio la storia della “gran castagna del convito” che ci riporta indietro di cinquecento anni. Ma ci sono anche percorsi che si raccordano con “cammini” importanti come quello di San Benedetto o quello della via Francigena o ancora con il tragitto dei Lupi. Partendo dai nostri boschi e castagneti in cui sono presenti anche zone protette si potrebbero esplorare percorsi molto interessanti come quello che attraversa l‘arco di Trevi, Prata Longa, Tefuci, Prati di San Biagio fino al parco di Wojtyła sulla sublacense, Pozzo Fracidale e laghetti di Acuto, quello di San Lorenzo e dei Monasteri e dei laghetti scomparsi, quello del brigante Gasparoni e tanti altri che si conoscono. Non pensate che questi itinerari siano da inventare o da realizzare. Ci sono e proprio su questi tracciati qualche volta ci è anche capitato di incontrare camminatori o esploratori stranieri che non avendo punti di riferimento ci hanno chiesto informazioni per il prosieguo. Ultimamente ci è anche capitato di incontrarli durante la percorrenza del semplice itinerario di Canterno, all’altezza della centrale Enel, nel momento in cui devi inventarti un tracciato per chiudere l’anello del percorso esistente. Nello stesso tratto abbiamo riscontrato anche depositi di pneumatici che non poco imbarazzo ci hanno creato nei confronti degli esploratori stranieri. 

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Sarebbe semplicemente straordinario che la nostra comunità potesse riprendersi oltre i ”benefici“ delle acque anche quelli del “paesaggio” e dell’ ”ambiente” che per tantissimi decenni sono stati offuscati e distrutti da una cultura basata solamente sull’espansione dell’abitato. Le acque abbinate con il cammino tra la natura produrrebbero per la persona benefici inimmaginabili. L’ingegnere naturista John Mure diceva  “La natura, con i suoi boschi verdi e tranquilli, allevia e guarisce ogni afflizione” mentre il compianto  Mario Rigoni Stern sosteneva che “Basterebbe una passeggiata in mezzo alla natura, fermarsi un momento ad ascoltare, spogliarsi del superfluo e comprendere che non occorre poi molto per vivere bene.”

Felice D’Amico Settembre 2023