Una bella notizia per il nostro patrimonio culturale. La tela di San Gregorio Magno, copia del Carracci, ubicata nella chiesa di San Biagio verrà restaurata a cura del Ministero

Avevamo già anticipato l’interessamento da parte della nostra Associazione Carlo D’Amico per Fiuggi-Anticoli per valorizzare una tela del 600 sino ad oggi quasi sconosciuta. Ne abbiamo parlato anche nell’ultimo numero del giornale Fiuggi . Dopo averne parlato con la Soprintendenza, il Ministero ha disposto l’autorizzazione per il suo restauro e a tale proposito si ringrazia per l’interessamento lo storico Lorenzo Riccardi e per il sostegno l’Assessorato alla cultura del Comune di Fiuggi e la Confraternita del SS. Sacramento e dell’Immacolata  La copia più accreditata dell’artista Annibale Carracci depositata presso la chiesa di San Biagio sarà restaurata dagli esperti restauratori del Ministero per poi tornare a splendere insieme alle opere di Speranza e del Cavalier d’ArpinoChiesa San Biagio esterno 1jpg

La tela di San Gregorio posizionata tra l’indifferenza di tutti in alto nella parete d’entrata e non si riesce neanche a vederla nella sua interezza. Bisogna salire nel soppalco dove è posizionato l’organo per poterla ammirarla da vicino. La tela è la copia più importante tra quelle oggi esistenti di quella originale del Carracci, il noto pittore del 500, padre della pittura barocca italiana. San Gregorio Magno prega per le anime del Purgatorio. Prelevata dai commissari napoleonici nel 1800 per essere inviata a Parigi, fu intercettata a Genova da Camuccini che la dirottò verso Londra dove fu acquistata da Lord Radstock, per entrare quasi subito nella collezione Bridgewater. A Bridgewater House il dipinto andò perduto durante il secondo conflitto mondiale, insieme ad altri dello stesso Annibale Carracci. Oggi nel mondo dell’arte si sta ponendo molta attenzione alle copie di dipinti importanti andati perduti ed appunto uno di questi è quello del Carracci conservato nella nostra chiesa. L’attenzione sulla tela è stata posta dalla storica e ricercatrice svizzera Celia Zuber con la quale l’Associazione Culturale di Carlo D’Amico ha iniziato ad interessarsi. Certamente la tela , una volta restaurata, sarebbe consigliabile collocarla in  uno spazio idoneo all’interno della chiesa al fine di unirla alle altre opere d’arte importanti come quelle di Speranza e del Cavalier D’Arpino.

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